Katsugen Undo: Ordine e Spontaneità nello "Zen in movimento"
Un’intervista di Ishu del German Osho Times a Prem Anando sul Katsugen Undo, che è parte del metodo di guarigione olistica 'Seitai' del guaritore giapponese Haruchika Noguchi.
D: Cos'è il Katsugen Undo?
R: Katsugen Undo è una parola giapponese che significa: “movimento da dentro” o “la vita rinnova se stessa dalla fonte”.
E’ per questo che viene descritto anche come “movimenti rigenerativi” o “esercizi rigenerativi”. Tuttavia la parola “esercizio” dà un'impressione sbagliata, come se fosse qualcosa che puoi “fare“ o “fare accadere”.
Si tratta piuttosto di un metodo per invitare il corpo a dei movimenti spontanei. Questi movimenti regolano il flusso di energia del “Ki” (o energia vitale), all'interno del corpo e dell'anima; bilanciano il sistema nervoso; aprono le giunture e la postura del corpo, che è espressione della nostra psiche. Noguchi ha sviluppato diversi esercizi che incoraggiano i movimenti spontanei, aprono i blocchi nelle parti vitali del corpo e portano equilibrio nel flusso del “Ki”.
Per noi esseri umani, non è facile concederci dei movimenti spontanei, benché essi siano parte della nostra stessa natura. Per esempio a un gatto o a un cane viene naturale stiracchiare il corpo dopo un piccolo riposo. E puoi vedere che lo fanno senza sforzo, con molta grazia ed eleganza. Se noi umani facciamo degli stiramenti durante degli esercizi si ha l'impressione che stiamo forzando il corpo a fare qualcosa. Abbiamo smarrito il non-sforzo e il fluire dei movimenti. Allo stesso modo quando vedi i bimbi piccoli, puoi notare un sacco di movimenti diversi che non hanno necessariamente uno scopo o un obbiettivo. I loro movimenti nascono ancora da dentro, come in un'unità, e partono da una connessione con le forze naturali e autoregolanti del corpo e della psiche.
Durante gli anni della nostra educazione abbiamo per lo più perso questa capacità naturale di muoverci senza sforzo. Al contrario, i nostri movimenti hanno per lo più uno scopo e sono controllati dalla nostra mente, portando così un alto livello di tensione nei tessuti del corpo.
D: Cosa sono effettivamente i movimenti spontanei?
R: I movimenti spontanei sono quelli non comandati dalla nostra forza di volontà. Degli esempi semplici di movimenti spontanei sono lo sbadigliare, fare peti, ruttare, rilasciando aria da qualsiasi apertura del corpo, o stiracchiarci quando ci alziamo al mattino. Il corpo cerca naturalmente di bilanciare se stesso e di mollare tensioni trattenute nella fascia.
La fascia, cioè il tessuto connettivo del corpo, immagazzina la memoria somatica del corpo: emozioni che abbiamo negato, o impulsi interiori che abbiamo trattenuto, o traumi " non digeriti", o incidenti, creano una tensione che rimane nel corpo. Piegano, per così dire, la fascia e la postura del corpo.
La tendenza naturale del corpo è di rilassarsi e tornare al suo ordine naturale.
Ma siamo diventati troppo "civilizzati", per così dire, per permettercelo. Così qualche volta di notte, quando ci rigiriamo nel letto, sono le tendenze naturali del corpo che cercano di approfittare del fatto che il nostro sistema di controllo sta dormendo.
D: Molte delle tecniche di meditazione di Osho lasciano spazio a movimenti spontanei, come ad esempio la fase della danza della meditazione Kundalini. L' idea non è di fare un’esibizione, ma piuttosto di permettere al corpo di fare i suoi movimenti . . . movimenti che vengano da dentro.
R: In qualche modo questo è corretto, è un qualcosa di spontaneo, ma tuttavia ancora influenzato dalla musica della meditazione. E nonostante questi movimenti siano sostenuti dalla musica, per molte persone oggigiorno è difficile farli accadere. Spesso c'è vergogna nel permettere che l'espressione spontanea del nostro Interiore diventi visibile. Abbiamo perso la fiducia.
Così il Katsugen Undo cerca di creare un ponte per riacquisire fiducia in noi stessi e ritrovare il flusso naturale: diverse tecniche di meditazione ed esercizi ci riconnettono alla sensibilità verso i nostri impulsi e ad aprire il corpo, liberarlo dal controllo per permettere la spontaneità. Questo ci aiuta a trovare un diverso tipo di equilibrio nel corpo, nella psiche e nella mente; invece di continuare a credere al trattenere, al controllare e al volere, creando un'immensa tensione, possiamo trovare un equilibrio rilassato tra ordine e spontaneità.
Questo ci condurrà a uno spazio che è al di là della personalità. La nostra personalità è una risposta di adattamento al nostro ambiente, che peraltro, ci ha disconnesso dalla nostra natura e dalla forza rigenerativa dell'energia vitale, il “Ki” dell'universo.
D: Se capisco bene, la personalità è in contrasto con le forze rigenerative dell'energia vitale, il “Ki”? Come è che la personalità influenza il corpo?
R: La personalità crea una certa “torsione” nel corpo. Ci sono diversi tipi di personalità, e di conseguenza diversi tipi di “torsioni” o modelli del trattenere nel corpo. Se sei un praticante esperto di Seitai puoi capire dal modo in cui qualcuno cammina nella stanza quale tipo di inclinazioni del carattere prevalgono.
Per esempio se sei del tipo “combattente” hai la tendenza a ruotare i fianchi, le spalle e il petto quando cammini. Ricorda le scene di un duello tra pistoleri come nel film “Mezzogiorno di fuoco”. I cowboy camminano con i fianchi che si muovono e ruotano da un lato all' altro. Questa è la torsione della personalità combattente.
Ogni struttura di personalità si rivela nel corpo. Il corpo rivela come “litighi” col tuo centro. Ogni tipo di personalità è un'esagerazione in una sola direzione di una tendenza e capacità che sarebbero di per sé naturali ed importanti. Così la capacità di combattere e rimanere al proprio posto è importante per farcela nella vita; ma dovremmo essere sempre in grado di ritornare al nostro centro. Invece nella nostra personalità siamo identificati e dominati da un meccanismo di reazione. La personalità crea una torsione nel corpo che sbilancia sempre il flusso dell'energia vitale “Ki” e ci disconnette con il centro.
D: Quindi com'è che lavori con questa “torsione”?
R: Lo studio della propria personalità e delle sue tendenze è una strada. Praticare "Katsugen Undo", i movimenti spontanei, gli esercizi di apertura del corpo e le tecniche di meditazione che ci riconnettono al centro, è un'altra strada.
Ribilanciare il Ki nel corpo, che si chiama Yu-Ki, con un tocco delicato del corpo a livello energetico, è un'altra strada ancora.
D: Mi dicevi prima che anche nella Scuole di Centratura e Arti Marziali Zen, che facevano parte della Osho Multiversity a Puna, le classi di Katsugen Undo venivano condotte da una donna giapponese. Ci puoi dire qualcosa a proposito?
R: Osho ci ha incoraggiato negli ultimi suoi due anni, a usare tutto il meglio che qualsiasi tradizione potesse offrire. E' per questo che ha aperto tante diverse scuole nella Osho Multiversity a Puna.
In qualche modo ci ha incoraggiato ad imparare gli uni dagli altri, poiché ogni terapista sannyasin che era arrivato alla scuola di Centratura aveva portato diverse abilità da ogni parte del mondo; ma anche gli insegnanti venivano invitati.
Così all' inizio degli anni '90 questa donna giapponese, (sfortunatamente non ne ricordo il nome, era troppo lungo) fu invitata, e ha destato in me molta curiosità e desiderio di imparare altro su questa tecnica.
Da allora ho praticato con altri insegnanti che avevano imparato da degli allievi di Noguchi e finalmente, dopo molti anni, ho trovato un'insegnante donna giapponese, Mutsuko Nomura Sensei, autorizzata da Noguchi, con cui ho studiato intensamente dal 2005.
Negli ultimi due anni nei suoi discorsi, Osho sottolineava sempre e sempre di più la supremazia dello Zen in quanto religiosità senza una religione, un'esperienza diretta di te nel tuo centro. Solo più tardi ho compreso che Katsugen Undo viene chiamato anche “Zen in Movimento”, e questo spiega la mia passione verso questa tecnica.